Nel 1954, anno di costituzione del Compasso d’Oro, si rendeva implicito il desiderio di una definizione anche didattica dell’impegno progettuale accanto alla nota volontà di sviluppare “una coscienza culturale nella progettazione dei beni di consumo” e un “miglioramento dello standard qualitativo della produzione italiana”. Tale desiderio fu evidenziato nella relazione della giuria del primo premio (Aldo Bassetti, Cesare Brustio, Giò Ponti, Alberto Rosselli, Marco Zanuso), dove l’appello all’estetica del prodotto aggiornò ad un nuovo rigore il binomio ormai consumato di “forma” e “funzione”, seguendo la proposta di un “controllo d’ordine estetico”. Le premesse di questo processo erano già evidenti nella mostra dell’Estetica del prodotto organizzata nel 1953 da La Rinascente, in cui vi era il primo tentativo serio di indirizzare la produzione, confermandole quelle caratteristiche di novità formale e tecnica che avevano reso possibile, nei primissimi anni della ripresa produttiva del dopoguerra, la realizzazione di prodotti ineccepibili (la Vespa o la Necchi) e la formazione di ditte tecnologicamente innovative come la Kartell o l’Arflex. Senza questi riferimenti è possibile non rimanere stupiti per l’assegnazione del Compasso d’Oro, nel 1954, ad un giocattolo in gommapiuma – la scimmietta Zizì –progettato da Bruno Munari. La motivazione del premio sottolinea la ricerca di essenzialità formale nel progetto analogico del quadrumane, avvalorata dall’impiego della gommapiuma articolata da una armatura di filo metallico. Questa proposta appariva fortemente innovativa per il richiamo ai complessi valori della comunicazione visiva, all’interno del panorama, piuttosto povero e ingenuo, della produzione di giocattoli degli anni Cinquanta, in cui predominava l’imitazione veristica ma infantilizzata dell’animale o della figura umana, realizzate col legno, materiale infantile per eccellenza. Così Munari utilizza un materiale che dal ’36 era esclusivo del campo dell’arredo, con l’esigenza di realizzare un oggetto analogico a quello reale e recupera al giocattolo una progettualità che ancora non gli apparteneva. Le innumerevoli possibilità di articolazione a cui Zizì si presta spiegano, da un lato la capacità dell’autore di osservazione analitica e restituzione sintetica nel progetto e, dall’altro garantiscono al suo esercizio formale quella componente fondamentale, ideale di ogni gioco, di informazione e comunicazione. Quindi Zizì rappresenta un momento imprescindibile per la definizione del giocattolo intelligente e formativo, che non imita il mondo dell’adulto fornendo al bambino modelli di comportamento, ma lo aiuta a determinarsi come individuo, grazie alla mai appagata ricerca artistica di Munari, che porta nel suo discorso più direttamente progettuale, le problematiche della ricerca visiva accanto ad una versatile, ironica ed insolita creatività.

Gioco e’ design! Le premesse per il gioco del designer

Gallico D
2006-01-01

Abstract

Nel 1954, anno di costituzione del Compasso d’Oro, si rendeva implicito il desiderio di una definizione anche didattica dell’impegno progettuale accanto alla nota volontà di sviluppare “una coscienza culturale nella progettazione dei beni di consumo” e un “miglioramento dello standard qualitativo della produzione italiana”. Tale desiderio fu evidenziato nella relazione della giuria del primo premio (Aldo Bassetti, Cesare Brustio, Giò Ponti, Alberto Rosselli, Marco Zanuso), dove l’appello all’estetica del prodotto aggiornò ad un nuovo rigore il binomio ormai consumato di “forma” e “funzione”, seguendo la proposta di un “controllo d’ordine estetico”. Le premesse di questo processo erano già evidenti nella mostra dell’Estetica del prodotto organizzata nel 1953 da La Rinascente, in cui vi era il primo tentativo serio di indirizzare la produzione, confermandole quelle caratteristiche di novità formale e tecnica che avevano reso possibile, nei primissimi anni della ripresa produttiva del dopoguerra, la realizzazione di prodotti ineccepibili (la Vespa o la Necchi) e la formazione di ditte tecnologicamente innovative come la Kartell o l’Arflex. Senza questi riferimenti è possibile non rimanere stupiti per l’assegnazione del Compasso d’Oro, nel 1954, ad un giocattolo in gommapiuma – la scimmietta Zizì –progettato da Bruno Munari. La motivazione del premio sottolinea la ricerca di essenzialità formale nel progetto analogico del quadrumane, avvalorata dall’impiego della gommapiuma articolata da una armatura di filo metallico. Questa proposta appariva fortemente innovativa per il richiamo ai complessi valori della comunicazione visiva, all’interno del panorama, piuttosto povero e ingenuo, della produzione di giocattoli degli anni Cinquanta, in cui predominava l’imitazione veristica ma infantilizzata dell’animale o della figura umana, realizzate col legno, materiale infantile per eccellenza. Così Munari utilizza un materiale che dal ’36 era esclusivo del campo dell’arredo, con l’esigenza di realizzare un oggetto analogico a quello reale e recupera al giocattolo una progettualità che ancora non gli apparteneva. Le innumerevoli possibilità di articolazione a cui Zizì si presta spiegano, da un lato la capacità dell’autore di osservazione analitica e restituzione sintetica nel progetto e, dall’altro garantiscono al suo esercizio formale quella componente fondamentale, ideale di ogni gioco, di informazione e comunicazione. Quindi Zizì rappresenta un momento imprescindibile per la definizione del giocattolo intelligente e formativo, che non imita il mondo dell’adulto fornendo al bambino modelli di comportamento, ma lo aiuta a determinarsi come individuo, grazie alla mai appagata ricerca artistica di Munari, che porta nel suo discorso più direttamente progettuale, le problematiche della ricerca visiva accanto ad una versatile, ironica ed insolita creatività.
2006
Gioco
design
innovare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12078/7436
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