Quale appassionato d'arte non sogna di fare un viaggio tra l'Ottocento e il Novecento, attraverso i più affascinanti rappresentanti dell'arte moderna, per «scuotere dall'anima la polvere accumulata nella vita di tutti giorni» come dichiarava Pablo Picasso? Milano fino al 2 settembre offre l'opportunità di compiere tale percorso grazie alla mostra «Impressionismo e Avanguardie» allestita nelle sale di Palazzo Reale, vero e proprio connubio tra arte e collezionismo americano. Un'inedita esposizione di opere nata come terzo appuntamento nel programma «Musei del Mondo a Palazzo Reale», inaugurato nel 2015, che evidenzia l'intensa collaborazione intrapresa da Palazzo Reale con oltre cinquecento musei sparsi nel mondo. La mostra è organizzata intorno a 50 capolavori messi a disposizione dal Philadelphia Museum of Art, aperto nel 1877 e noto per essere stato uno tra i primissimi musei americani a esporre pitture impressioniste, quando ancora in patria erano considerate «imbrattature di tele» e ricco oggi di una collezione di ben 240mila opere, rappresentative di oltre duemila anni di produzione artistica. Filadelfia, d'altro canto, fu nella metà dell'Ottocento la capitale del collezionismo privato statunitense, i cui capitani d'industria e di commercio acquistavano dai maestri europei inestimabili opere, componendone ricche collezioni per poi donarle al museo della città americana, dove oggi si trovano radunate. Per la prima volta esposti in Italia si possono così ammirare alcuni tra i più importanti e sperimentali capolavori di arte moderna di Cézanne, Van Gogh, Braque, Kandinskij, Chagall, Picasso, Dalí, Miró, scelti e organizzati dai due curatori americani, Jennifer Thompson e Matthew Affron, conservatori del Philadelphia Museum of Art, con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi. Non sono presenti solo opere pittoriche, ma anche sculture quali il «Bacio» di Constantin Brancusi, il «Giullare» in bronzo di Pablo Picasso, fino all'«Atleta» di Auguste Rodin.

A Milano per un viaggio nel collezionismo americano tra Otto e Novecento

Gallico D
2018-01-01

Abstract

Quale appassionato d'arte non sogna di fare un viaggio tra l'Ottocento e il Novecento, attraverso i più affascinanti rappresentanti dell'arte moderna, per «scuotere dall'anima la polvere accumulata nella vita di tutti giorni» come dichiarava Pablo Picasso? Milano fino al 2 settembre offre l'opportunità di compiere tale percorso grazie alla mostra «Impressionismo e Avanguardie» allestita nelle sale di Palazzo Reale, vero e proprio connubio tra arte e collezionismo americano. Un'inedita esposizione di opere nata come terzo appuntamento nel programma «Musei del Mondo a Palazzo Reale», inaugurato nel 2015, che evidenzia l'intensa collaborazione intrapresa da Palazzo Reale con oltre cinquecento musei sparsi nel mondo. La mostra è organizzata intorno a 50 capolavori messi a disposizione dal Philadelphia Museum of Art, aperto nel 1877 e noto per essere stato uno tra i primissimi musei americani a esporre pitture impressioniste, quando ancora in patria erano considerate «imbrattature di tele» e ricco oggi di una collezione di ben 240mila opere, rappresentative di oltre duemila anni di produzione artistica. Filadelfia, d'altro canto, fu nella metà dell'Ottocento la capitale del collezionismo privato statunitense, i cui capitani d'industria e di commercio acquistavano dai maestri europei inestimabili opere, componendone ricche collezioni per poi donarle al museo della città americana, dove oggi si trovano radunate. Per la prima volta esposti in Italia si possono così ammirare alcuni tra i più importanti e sperimentali capolavori di arte moderna di Cézanne, Van Gogh, Braque, Kandinskij, Chagall, Picasso, Dalí, Miró, scelti e organizzati dai due curatori americani, Jennifer Thompson e Matthew Affron, conservatori del Philadelphia Museum of Art, con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi. Non sono presenti solo opere pittoriche, ma anche sculture quali il «Bacio» di Constantin Brancusi, il «Giullare» in bronzo di Pablo Picasso, fino all'«Atleta» di Auguste Rodin.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12078/7399
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