When a community has a tormented memory, as part of the memory-oblivion mechanisms characterizing every form of social stability, musealization in a specific area may usefully contribute to the “trauma elaboration” process, being the only expedient capable of turning the painful events (with which the community is not able to cope) into a “shared commemoration”. However, based on the experience of the Charles de Gaulle Memorial in Colombey, the museal presentation may well lead to a profitability from tourism that risks swamping the more fitting “duty of memory”. Every new museal operation should perhaps help shape a community’s way of thinking, and ought, in fact, to fulfill an educational role. It should utilize every tangible and intangible aspect, with the aim of both teaching or sparking off debate, whilst at the same time playing a civil role, in order to foster critical awareness and stimulate the emotions. In this contribution, we shall be seeing how these issues were of considerable importance at Orador-sur-Glane, a village cruelly martyred by the SS Das Reich division, and where a Centre de Mémoire (Memorial Centre) was built in June 1944.

Quando una comunità ha una memoria sofferente, all’interno dei meccanismi di memoria-oblio che caratterizzano ogni forma di stabilità sociale, gli interventi di musealizzazione di uno specifico territorio possono contribuire utilmente nella “elaborazione del trauma”, interpretati come unici espedienti ai quali affidarsi per trasformare in “commemorazione condivisa” quei fatti laceranti che la comunità non è in grado di superare. Tuttavia, come insegna l’esperienza del Memoriale Charles de Gaulle a Colombey, l’interpretazione museale può determinare un livello di redditività turistica, che spesso rischia di prevaricare sul più atteso “dovere di memoria”. Ogni nuovo inserimento museale, in quanto luogo di costruzione dell’identità comunitaria, deve in realtà espletare un ruolo educativo, usando ogni aspetto tangibile e intangibile, sia per dare lezioni, sia per innescare discussioni e riflessioni, ma altresì per esercitare un ruolo civile, promuovere una coscienza critica e incentivare emozioni. In questo contributo vedremo come a Oradour-sur-Glane, villaggio martirizzato dalla divisione SS Das Reich nel giugno del 1944, tali questioni si siano poste con un’intensità particolare, soprattutto quando, nei pressi del villaggio in rovina, si è deciso di installare un “Centro della Memoria”.

Oradour-sur-Glane and the Memorial Museum: a site of reconciliation

ACCARDI A
2013-01-01

Abstract

When a community has a tormented memory, as part of the memory-oblivion mechanisms characterizing every form of social stability, musealization in a specific area may usefully contribute to the “trauma elaboration” process, being the only expedient capable of turning the painful events (with which the community is not able to cope) into a “shared commemoration”. However, based on the experience of the Charles de Gaulle Memorial in Colombey, the museal presentation may well lead to a profitability from tourism that risks swamping the more fitting “duty of memory”. Every new museal operation should perhaps help shape a community’s way of thinking, and ought, in fact, to fulfill an educational role. It should utilize every tangible and intangible aspect, with the aim of both teaching or sparking off debate, whilst at the same time playing a civil role, in order to foster critical awareness and stimulate the emotions. In this contribution, we shall be seeing how these issues were of considerable importance at Orador-sur-Glane, a village cruelly martyred by the SS Das Reich division, and where a Centre de Mémoire (Memorial Centre) was built in June 1944.
2013
978-88-62420-64-8
Quando una comunità ha una memoria sofferente, all’interno dei meccanismi di memoria-oblio che caratterizzano ogni forma di stabilità sociale, gli interventi di musealizzazione di uno specifico territorio possono contribuire utilmente nella “elaborazione del trauma”, interpretati come unici espedienti ai quali affidarsi per trasformare in “commemorazione condivisa” quei fatti laceranti che la comunità non è in grado di superare. Tuttavia, come insegna l’esperienza del Memoriale Charles de Gaulle a Colombey, l’interpretazione museale può determinare un livello di redditività turistica, che spesso rischia di prevaricare sul più atteso “dovere di memoria”. Ogni nuovo inserimento museale, in quanto luogo di costruzione dell’identità comunitaria, deve in realtà espletare un ruolo educativo, usando ogni aspetto tangibile e intangibile, sia per dare lezioni, sia per innescare discussioni e riflessioni, ma altresì per esercitare un ruolo civile, promuovere una coscienza critica e incentivare emozioni. In questo contributo vedremo come a Oradour-sur-Glane, villaggio martirizzato dalla divisione SS Das Reich nel giugno del 1944, tali questioni si siano poste con un’intensità particolare, soprattutto quando, nei pressi del villaggio in rovina, si è deciso di installare un “Centro della Memoria”.
museums; territory and identity; re-evocation
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12078/3147
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