Il secolo scorso è stato testimone di una sostanziale modificazione della museografia archeologica, sia negli aspetti indoor, sia outdoor. Il dato indiscutibile che ha segnato questo periodo evolutivo è costituito dalla crescita del numero d’istituzioni museali, che ha prodotto una capillare diffusione dei musei nel territorio, il sorgere di nuove forme museali e, in primo luogo, il progressivo ed intenso sviluppo relazionale tra musei e siti archeologici. Ne è conseguito che tali istituzioni hanno progressivamente manifestato un maggiore orientamento verso le comunità locali, reso esplicito dallo sviluppo delle attività didattiche e dilettevoli, dall'incremento dei servizi di accoglienza, ma soprattutto dal rinnovamento delle forme espositive e di comunicazione, ormai supportate da straordinarie tecnologie innovative. Il patrimonio archeologico, Come stabilito nella Convenzione Europea di La Valetta del 1992, comprende tutti i reperti, beni e altre tracce dell’esistenza dell’uomo nel passato, la cui salvaguardia e studio permettono di descrivere l’evoluzione della storia dell’uomo e [anche] del suo rapporto con [il territorio]. Difatti, ben oltre un secolo di evoluzione del significato di “patrimonio”, sancito altresì con la Convenzione di Faro, ha condotto verso l’estensione della “categoria” includendo in essa tutti i beni materiali e immateriali, ossia oggetti e tradizioni popolari, miti e leggende, paesaggi e comunità. In questo modo la geografia e l'armatura culturale di un territorio, le tradizioni, l’architettura locale, i costumi originari e gli elementi singolari della vita quotidiana si sono affiancati con pari dignità, nel ruolo di testimonianza del passato, ai reperti tradizionalmente considerati come più aulici. Oggi c’è una maggiore consapevolezza che il “patrimonio culturale”, in particolare quello archeologico, assume una connotazione sempre più legata al territorio che lo identifica. É qui che entrano in gioco gli indispensabili supporti della Museologia e della Pratica Museografica, per far sì che rovine architettoniche e reperti mobili, insieme al paesaggio circostante, diventino documenti in grado di trasmettere un quadro culturale, di essere, cioè, i reali veicoli per la ricostruzione completa di passate esperienze umane. A tal fine, la museografia archeologica dei nostri giorni ha compreso l’importanza di promuovere, in maggior misura rispetto al passato, l’interpretazione, la narrazione e la contestualizzazione, di certo differenziando pratiche d'intervento sulle rovine assai diverse da quelle adottate in un museo al chiuso. Tuttavia, l'elemento comune rimane quello di capire "come" detto patrimonio archeologico vada narrato. Per le ragioni fin qui esposte, la museografia archeologica ha oramai soppiantato, quasi del tutto, l'allestimento cosiddetto object based con quello concept based, cioè favorendo maggiormente la divulgazione di un messaggio culturale che affermi la continuità del genere umano, la rappresentazione dell'everyday life e rinvigorendo quell’intimo sentimento di recupero dell’identità di un popolo in rapporto al territorio di appartenenza.

L'evoluzione della museografia archeologica: una rilettura dell'idea di museo

ACCARDI A
2018-01-01

Abstract

Il secolo scorso è stato testimone di una sostanziale modificazione della museografia archeologica, sia negli aspetti indoor, sia outdoor. Il dato indiscutibile che ha segnato questo periodo evolutivo è costituito dalla crescita del numero d’istituzioni museali, che ha prodotto una capillare diffusione dei musei nel territorio, il sorgere di nuove forme museali e, in primo luogo, il progressivo ed intenso sviluppo relazionale tra musei e siti archeologici. Ne è conseguito che tali istituzioni hanno progressivamente manifestato un maggiore orientamento verso le comunità locali, reso esplicito dallo sviluppo delle attività didattiche e dilettevoli, dall'incremento dei servizi di accoglienza, ma soprattutto dal rinnovamento delle forme espositive e di comunicazione, ormai supportate da straordinarie tecnologie innovative. Il patrimonio archeologico, Come stabilito nella Convenzione Europea di La Valetta del 1992, comprende tutti i reperti, beni e altre tracce dell’esistenza dell’uomo nel passato, la cui salvaguardia e studio permettono di descrivere l’evoluzione della storia dell’uomo e [anche] del suo rapporto con [il territorio]. Difatti, ben oltre un secolo di evoluzione del significato di “patrimonio”, sancito altresì con la Convenzione di Faro, ha condotto verso l’estensione della “categoria” includendo in essa tutti i beni materiali e immateriali, ossia oggetti e tradizioni popolari, miti e leggende, paesaggi e comunità. In questo modo la geografia e l'armatura culturale di un territorio, le tradizioni, l’architettura locale, i costumi originari e gli elementi singolari della vita quotidiana si sono affiancati con pari dignità, nel ruolo di testimonianza del passato, ai reperti tradizionalmente considerati come più aulici. Oggi c’è una maggiore consapevolezza che il “patrimonio culturale”, in particolare quello archeologico, assume una connotazione sempre più legata al territorio che lo identifica. É qui che entrano in gioco gli indispensabili supporti della Museologia e della Pratica Museografica, per far sì che rovine architettoniche e reperti mobili, insieme al paesaggio circostante, diventino documenti in grado di trasmettere un quadro culturale, di essere, cioè, i reali veicoli per la ricostruzione completa di passate esperienze umane. A tal fine, la museografia archeologica dei nostri giorni ha compreso l’importanza di promuovere, in maggior misura rispetto al passato, l’interpretazione, la narrazione e la contestualizzazione, di certo differenziando pratiche d'intervento sulle rovine assai diverse da quelle adottate in un museo al chiuso. Tuttavia, l'elemento comune rimane quello di capire "come" detto patrimonio archeologico vada narrato. Per le ragioni fin qui esposte, la museografia archeologica ha oramai soppiantato, quasi del tutto, l'allestimento cosiddetto object based con quello concept based, cioè favorendo maggiormente la divulgazione di un messaggio culturale che affermi la continuità del genere umano, la rappresentazione dell'everyday life e rinvigorendo quell’intimo sentimento di recupero dell’identità di un popolo in rapporto al territorio di appartenenza.
2018
Museografia Archeologica; Museologia; Comunicazione Museale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12078/3057
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