I dati riportati in letteratura riguardo l’epidemiologia dei traumi sportivi indicano che negli ultimi anni è aumentata l’incidenza traumatica nel calcio. L’aumento della velocità del gioco, il numero totale delle gare ufficiali, gli impegni infrasettimanali, gli avvii di stagione troppo affrettati e intensi, ma soprattutto l’impossibilità di eseguire con regolarità e continuità corretti ed adeguati programmi di allenamento costituiscono possibili concause al determinarsi di infortuni. A tal riguardo, il processo di allenamento nell’ambito degli sport di situazione non è mirato al solo incremento della performance sportiva ma pone forte attenzione su protocolli di lavoro per ridurre il rischio di infortuni. Eseguire compiti motori attraverso l’utilizzo di esercizi su superfici instabili rappresenta ormai da diversi anni un iter importante nella programmazione dell’allenamento sportivo, delle terapie preventive e della pratica riabilitativa. Lo scopo delle ricerche illustrate in queso articolo è stato quello di quantificare il carico di lavoro metabolico e neuromuscolare durante esercizi eseguiti su superfici instabili in modo da poter dare indicazioni metodologiche utili per l’allenamento propriocettivo del calciatore. In particolare, si è cercato di individuare una metodica di allenamento basata su superfici instabili, sia morbide sia dure, con una molteplicità di variabili didattiche, utilizzando esercitazioni in forma statica e dinamica, variando posizione e superficie di arrivo e partenze (p. e. salto dal suolo e arrivo su superficie instabile; Drop Jump con arrivo su superficie instabile), ma soprattutto variando la velocità esecutiva, al fine di poter determinare obiettivi che consentano di far fronte alle reali esigenze dettate dal modello di prestazione del calciatore e nello stesso tempo di ridurre il rischio degli infortuni.

L’allenamento propriocettivo del calciatore

Briotti G;Padua E;
2011-01-01

Abstract

I dati riportati in letteratura riguardo l’epidemiologia dei traumi sportivi indicano che negli ultimi anni è aumentata l’incidenza traumatica nel calcio. L’aumento della velocità del gioco, il numero totale delle gare ufficiali, gli impegni infrasettimanali, gli avvii di stagione troppo affrettati e intensi, ma soprattutto l’impossibilità di eseguire con regolarità e continuità corretti ed adeguati programmi di allenamento costituiscono possibili concause al determinarsi di infortuni. A tal riguardo, il processo di allenamento nell’ambito degli sport di situazione non è mirato al solo incremento della performance sportiva ma pone forte attenzione su protocolli di lavoro per ridurre il rischio di infortuni. Eseguire compiti motori attraverso l’utilizzo di esercizi su superfici instabili rappresenta ormai da diversi anni un iter importante nella programmazione dell’allenamento sportivo, delle terapie preventive e della pratica riabilitativa. Lo scopo delle ricerche illustrate in queso articolo è stato quello di quantificare il carico di lavoro metabolico e neuromuscolare durante esercizi eseguiti su superfici instabili in modo da poter dare indicazioni metodologiche utili per l’allenamento propriocettivo del calciatore. In particolare, si è cercato di individuare una metodica di allenamento basata su superfici instabili, sia morbide sia dure, con una molteplicità di variabili didattiche, utilizzando esercitazioni in forma statica e dinamica, variando posizione e superficie di arrivo e partenze (p. e. salto dal suolo e arrivo su superficie instabile; Drop Jump con arrivo su superficie instabile), ma soprattutto variando la velocità esecutiva, al fine di poter determinare obiettivi che consentano di far fronte alle reali esigenze dettate dal modello di prestazione del calciatore e nello stesso tempo di ridurre il rischio degli infortuni.
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