L’analisi critica dei rapporti tra l’impresa ed l’etica, tra la morale ed il mondo degli affari, tra le decisioni aziendali e le loro conseguenze rappresentano temi ben noti all’Economia Aziendale che oggi risultano vivere una moderna e rinnovata età dell’oro. In questo quadro, i temi della responsabilità, dell’agire sostenibile, degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, del purpose e dell’impatto hanno sempre più acquisito un crescente peso ed un ruolo di primissimo piano all’interno del dibattito accademico, imprenditoriale, regolatorio e politico. Parallelamente si è registrata una crescente attenzione alle modalità e agli strumenti di comunicazione e rendicontazione dell’agire sociale. In questo senso, è stato da più parti invocato un ampliamento della comunicazione d’impresa verso temi non obbligatori, relativi al concetto di sostenibilità largamente intesa, che permetta di colmare i limiti dell’informativa esclusivamente finanziaria e rafforzare la reale rilevanza del dato e delle informazioni comunicate. All’interno di questo scenario, nuovi meccanismi comunicativi, più olistici e integrati, che leghino l’azienda ai propri stakeholder appaiono necessari a rendicontare gli impatti complessivi e le esternalità generate dal business, con l’obiettivo di offrire informazioni più complete, “materiali”, arricchite da dati di natura previsionale, ed efficaci. In questo senso, anche gli investitori risultano interessati a metriche e informazioni più semplici per valutare gli aspetti legati allo sviluppo sostenibile attraverso indicatori comparabili e coerenti, facendo aumentare la richiesta di un generale ripensamento della rendicontazione di sostenibilità, verso una maggiore armonizzazione e la riduzione di framework e standard di riferimento . A livello europeo, le novità normative introdotte dalla Direttiva 2014/95/UE sulla comunicazione delle Non-Financial and Diversity Information hanno contribuito ad istituzionalizzare, su base normativa, un approccio integrato alla pianificazione, gestione e rendicontazione d’impresa. Recentemente, poi, nel giugno 2022, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico sulle nuove regole della comunicazione societaria in tema di sostenibilità, modificando la precedente regolamentazione e prevedendo a partire dal 2024 l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). In questo quadro, infine, l’emergere di due nuovi attori istituzionali nell’ambito della definizione dei criteri di rendicontazione ESG quali la Commissione europea (CE) in collaborazione con lo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) e la International Financial Reporting Standards (IFRS) Foundation ha ulteriormente animato il dibattito, dando ulteriore visibilità al c.d. Sustainability Reporting Momentum. All’interno di questo quadro di riferimento, obiettivo del presente lavoro è quello offrire un’analisi dei processi normativi in atto volti ad armonizzare e regolamentare le pratiche di rendicontazione degli aspetti ESG, esaminando al contempo le pratiche di disclosure delle aziende e il punto di vista dei principali attori aziendali. Ciò dopo aver offerto un approfondimento sulle radici storiche della Corporate Social Responsibility, con particolare riferimento al contributo di alcuni dei Maestri dell’Economia Aziendale italiani. Il lavoro si chiude con una analisi empirica della composizione e dei processi di trasformazione del corporate reporting, al fine di offrire evidenze circa i percorsi di rendicontazione assunte dalle imprese del campione; i processi di cannibalizzazione di alcuni documenti di rendicontazione rispetto ad altri, ovvero l’utilizzo del Bilancio Integrato come elemento sostitutivo o complementare dell’informativa d’impresa.

Responsabilità sociale, rendicontazione non finanziaria e processi di armonizzazione. Radici teoriche, processi in atto e prospettive future

Izzo Maria Federica
2023-01-01

Abstract

L’analisi critica dei rapporti tra l’impresa ed l’etica, tra la morale ed il mondo degli affari, tra le decisioni aziendali e le loro conseguenze rappresentano temi ben noti all’Economia Aziendale che oggi risultano vivere una moderna e rinnovata età dell’oro. In questo quadro, i temi della responsabilità, dell’agire sostenibile, degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, del purpose e dell’impatto hanno sempre più acquisito un crescente peso ed un ruolo di primissimo piano all’interno del dibattito accademico, imprenditoriale, regolatorio e politico. Parallelamente si è registrata una crescente attenzione alle modalità e agli strumenti di comunicazione e rendicontazione dell’agire sociale. In questo senso, è stato da più parti invocato un ampliamento della comunicazione d’impresa verso temi non obbligatori, relativi al concetto di sostenibilità largamente intesa, che permetta di colmare i limiti dell’informativa esclusivamente finanziaria e rafforzare la reale rilevanza del dato e delle informazioni comunicate. All’interno di questo scenario, nuovi meccanismi comunicativi, più olistici e integrati, che leghino l’azienda ai propri stakeholder appaiono necessari a rendicontare gli impatti complessivi e le esternalità generate dal business, con l’obiettivo di offrire informazioni più complete, “materiali”, arricchite da dati di natura previsionale, ed efficaci. In questo senso, anche gli investitori risultano interessati a metriche e informazioni più semplici per valutare gli aspetti legati allo sviluppo sostenibile attraverso indicatori comparabili e coerenti, facendo aumentare la richiesta di un generale ripensamento della rendicontazione di sostenibilità, verso una maggiore armonizzazione e la riduzione di framework e standard di riferimento . A livello europeo, le novità normative introdotte dalla Direttiva 2014/95/UE sulla comunicazione delle Non-Financial and Diversity Information hanno contribuito ad istituzionalizzare, su base normativa, un approccio integrato alla pianificazione, gestione e rendicontazione d’impresa. Recentemente, poi, nel giugno 2022, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico sulle nuove regole della comunicazione societaria in tema di sostenibilità, modificando la precedente regolamentazione e prevedendo a partire dal 2024 l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). In questo quadro, infine, l’emergere di due nuovi attori istituzionali nell’ambito della definizione dei criteri di rendicontazione ESG quali la Commissione europea (CE) in collaborazione con lo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) e la International Financial Reporting Standards (IFRS) Foundation ha ulteriormente animato il dibattito, dando ulteriore visibilità al c.d. Sustainability Reporting Momentum. All’interno di questo quadro di riferimento, obiettivo del presente lavoro è quello offrire un’analisi dei processi normativi in atto volti ad armonizzare e regolamentare le pratiche di rendicontazione degli aspetti ESG, esaminando al contempo le pratiche di disclosure delle aziende e il punto di vista dei principali attori aziendali. Ciò dopo aver offerto un approfondimento sulle radici storiche della Corporate Social Responsibility, con particolare riferimento al contributo di alcuni dei Maestri dell’Economia Aziendale italiani. Il lavoro si chiude con una analisi empirica della composizione e dei processi di trasformazione del corporate reporting, al fine di offrire evidenze circa i percorsi di rendicontazione assunte dalle imprese del campione; i processi di cannibalizzazione di alcuni documenti di rendicontazione rispetto ad altri, ovvero l’utilizzo del Bilancio Integrato come elemento sostitutivo o complementare dell’informativa d’impresa.
2023
979-12-211-0023-5
Responsabilità sociale, rendicontazione non finanziaria, reporting package, Corporate Social Responsibility Directive
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12078/14007
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